Mondiali 2010 - SI SCRIVE SLOVACCHIA, SI LEGGE COREA

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seiya93
view post Posted on 24/6/2010, 19:31     +1   -1




Mondiali 2010 - SI SCRIVE SLOVACCHIA, SI LEGGE COREA

L'Italia va a casa. Nella terza e decisiva partita del Gruppo F, gli azzurri di Lippi perdono 3-2 contro una Slovacchia molto coraggiosa, che passa meritatamente agli ottavi. Primo tempo disastroso, troppo tardiva la reazione nella ripresa

LA NOTTE PIU' BUIA DEL CALCIO AZZURRO - E' mancato tutto, a questa Italia. Il gioco, i gol, la condizione atletica, la testa, la concentrazione. Qualcuno dirà anche la fortuna, visti i gol presi con Paraguay e Nuova Zelanda, e quel tiro di Quagliarella che forse era entrato. Ma sarebbe un alibi davvero ridicolo, per giustificare la mancata qualificazione agli ottavi di finale, obiettivo minimo della vigilia, visto anche il girone più che abbordabile che la sorte ci aveva assegnato. A quattro anni di distanza dal trionfo di Berlino, l'Italia di Lippi regala al nostro calcio una delle pagine più buie della sua storia. Il Mondiale sudafricano finisce così nel libro nero della Nazionale, insieme a quello inglese del '66 (ricordate il coreano Pak Doo Ik) e a Germania '74 (anche se per fortuna è mancato un Chinaglia pronto a mandare a *** il Ct).
GATTUSO E DI NATALE PER MARCHISIO E GILA - Lippi conferma le previsioni puntando sulla stessa linea difensiva, l'inserimento di Gattuso a centrocampo e quello di Di Natale nel tridente, con Pepe e Iaquinta punta centrale. I bocciati sono quelli annunciati: Marchisio e Gilardino. Addirittura quattro invece i cambi operati da Weiss, rispetto alla partita contro il Paraguay: vanno in panchina Kozak, Sestak e Salata, ma addirittura anche il figlio del CT, che curiosamente si chiama anche lui Vladimir Weiss.
SLOVACCHIA D'ASSALTO, ITALIA IN BAMBOLA - Pronti via, e forse scottati dall'accusa di non tirare mai in porta gli azzurri ci provano subito, con Di Natale che prova a sorprendere Mucha da 40 metri... Ma l'inizio è subito da incubo: la Slovacchia corre molto di più, pressa alto, aggredisce in particolare Montolivo e De Rossi e si butta dentro con furore ogni volta che riconquista palla. Chi sembra trarre particolare giovamento dalle novità di formazione è Hamsik, l'uomo più atteso e fin qui deludente, che senza Weiss sembra trovare con più facilità il tempo degli inserimenti. Proprio il "napoletano" ha la prima grande occasione, ma la spreca calciando male al volo, tutto solo a centro area.
HARAKIRI DE ROSSI, VITTEK PUNISCE - L'Italia così fatica a costruire, figuriamoci poi a tirare in porta. Criscito e Zambrotta provano a spingere, ma con un centrocampo così in difficoltà nel far girare palla l'unico risultato è aprire il campo per le ripartenze slovacche. Dopo un paio di salvataggi in affanno, ecco il solito harakiri difensivo: colpevole a dire il vero il centrocampo, con De Rossi che al limite della nostra area appoggia un pallone pigrissimo a Montolivo... anticipo netto di Kucka, assist per il taglio centrale di Vittek, diagonale preciso e ancora una volta gli azzurri vanno sotto. Il brutto è che, passati in svantaggio, vanno proprio in bambola, e iniziano se possibile a giocare peggio, sbagliando una quantità incredibile di appoggi e aperture a centrocampo, poco aiutato dalle punte che fanno tanto movimento ma ancora più confusione. Di occasioni non ne arrivano proprio, i tentativi da lontano sono a dir poco velleitari, mentre la Slovacchia dà l'impressione di poter fare male ogni volta che riparte. Si finisce così con l'ultimo brivido regalato da un gran destro al volo di Kucka che esce di pochissimo.
RIPRESA, LIPPI CAMBIA TUTTO, L'ITALIA SI SVEGLIA - Si riparte con l'ennesima rivoluzione di Lippi, che toglie Gattuso e Criscito facendo esordire Maggio e Quaglierella, per una sorta di 4-2-4 che sa tanto di disperazione. E la disperazione almeno smuove qualcosa: gli azzurri iniziano a farsi vedere dalle parti di Mucha, ancor di più quando Pirlo viene buttato nella mischia al posto di Montolivo. Il primo squillo è di Iaquinta di testa al 49', poco dopo Di Natale spreca in girata, ma le mani nei capelli sono quelle che al 66' accompagnano la giocata di Quagliarella: stop di petto e botta al volo, che trova sulla linea di porta (o forse oltre?) il ginocchio di Skrtel. Il rovescio della medaglia, però, è una squadra spaccata in due, che concede praterie al contropiede di Hamsik e compagni. Stoch spaventa al 68', ma spreca un contropiede uno contro uno con Cannavaro tirando male dal limite dell'area
2O MINUTI DI APPASSIONANTE FOLLIA - Da lì iniziano i 20, folli minuti finali. Vittek trova la doppietta sugli sviluppi di un angolo, anticipando alla grande Chiellini e bruciando Marchetti sottoporta. Gli azzurri hanno almeno il merito di non arrendersi e tentare l'arrembaggio finale, che all'81esimo si concretizza nel gol di Di Natale, liberato da una bella combinazione Iaquinta-Quagliarella. L'attaccante napoletano si vede annullare il gol del pareggio per un fuorigioco millimetrico, ed è sempre lui a riaccendere l'ultima fiammella: il cucchiaione dal limite, a sorprendere Mucha fuori dalla porta, è da standing ovation, peccato che arrivi al primo di recupero, due minuti dopo che Kopunek aveva approfittato di una difesa (e di un De Rossi) immobile per presentarsi davanti a Marchetti e superarlo con un pallonetto. A quel punto rimangono solo i palloni della speranza buttati in area: e su uno di questi, appena prima del fischio dell'arbitro Webb, Pepe va a raccogliere la spizzata di Chiellini ma colpisce male e spedisce sul fondo l'occasione della vita. E per quanto faccia male, giusto così, perché la vogliosa mezz'ora finale non basta a giustificare un primo tempo da vergogna.
UN CANTO DEL CIGNO SENZA DIGNITA' - L'avventura dell'Italia di Lippi quindi finisce qui, molto prima di ogni più pessimistica previsione. Ed è un tonfo che va a gettare un'ombra sul trionfo di 4 anni fa. Perché va bene la riconoscenza, ma un'uscita di scena di questo tipo doveva davvero essere evitata. Nessuno pretendeva di ripetere il trionfo, anche perché diciamolo, il calcio italiano in questo momento non è assolutamente al livello di quello delle Nazionali che questo Mondiale se lo giocheranno fino alla fine (e auguri di cuore a Prandelli, che ha un compito durissimo). Ma era lecito pretendere che il canto del cigno di questa squadra, di questo gruppo, fosse più decoroso: bene, di decoro ce n'è stato davvero poco, nel primo Mondiale della storia in cui l'Italia non è riuscita nemmeno a vincere una partita. Ed è arrivata ultima in un girone che non solo sulla carta era forse il più facile: roba da far impallidire il flop della Francia, almeno ha la giustificazione di essere finita in un gruppo ben più difficile .

fonte: www.eurosport.yahoo.com


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